Old fools

Prima regionale - Malalingua Trame Contemporanee

06

Maggio
23-24 Maggio alle ore 21
con il sostegno di Teatro Kismet e Cittadella degli Artisti un ringraziamento particolare ad Associazione Alzheimer Italia Bari        Tom e Viv, un incontro casuale, un ballo che diventa un vortice di ricordi intensi, frammenti che scandiscono le tappe di una vita, di un Amore come tanti, alla fine come tutti: complesso, unico, in continua trasformazione.  

About

Old Fools scritto nel 2018 dall’autore britannico Tristan Bernays, racconta di Tom e Viv, del loro amore e della vita che hanno condiviso insieme, dalla prima scintilla fino all’ultimo momento insieme. Ma non necessariamente una storia deve essere raccontata in quest'ordine. L’unicità del testo è nella sua struttura. Una narrazione che, come una danza senza soluzione di continuità, mescola e confonde il tempo e, partendo dal primo incontro, si proietta, un istante dopo, nella senilità dei protagonisti per poi ritrovarli sposati o al secondo appuntamento, alle prese con la crescita di un figlio o con la volontà di tenere insieme la loro relazione. La messinscena e il lavoro degli interpreti, fedeli al progetto di costruzione testuale, vanno a sviluppare questo multiforme movimento narrativo imprevedibile, magnetico e appassionante. L’asimmetria temporale, più simile alla dinamica della memoria e del ricordo, sembra avere qualcosa a che fare con la costante ricerca di significato e di senso che ognuno di noi porta avanti nella propria vita e con le fragili risposte che, di volta in volta, riusciamo a trovare, anche se solo per brevi istanti, per poi perderci nuovamente, proprio come in una danza intima con noi stessi. Old Fools è una storia semplice e, per questo, fortemente empatica. Ogni spettatore può ritrovare nelle vicende dei due protagonisti, luoghi inaspettati di rispecchiamento profondo con la propria esperienza personale, in una ritualità potente ed emozionante come solo quella teatrale sa essere. Per Tom e Viv il mondo crolla e il tempo collassa quando scoprono che uno dei due soffre di Alzheimer; la malattia porterà alla decostruzione di ogni certezza, alla scomposizione del ritmo e della identità stessa della coppia, la cui infinita danza sarà alterata da una musica improvvisamente dissonante e incerta. Quest’opera si coniuga con il lavoro del regista Silvio Peroni che da anni porta avanti la ricerca sull’attore e il desiderio di raccontare sul palcoscenico la vita senza spettacolarizzarla ma indagandone la ordinaria complessità, delicata e imponderabile.

Director’s Word

Quando entro in teatro prima delle prove, e le luci sono spente e il palco è vuoto, mi siedo e guardo. C’è sempre una strana sensazione di pienezza, a volte sembra addirittura che l’aria sia rarefatta, e il silenzio più pesante che altrove. Sarà suggestione, ma ho l’impressione che ogni teatro abbia la stessa atmosfera. Guardando il palco ancora vuoto mi viene da pensare che sia l’unico luogo al mondo dove tutto può succedere, ed è strano pensare che un luogo definito da quattro pareti possa anche essere un luogo infinito. E mentre sono lì, ancora seduto, comincio a proiettare gli ologrammi della mia fantasia in quel vuoto, e allora i personaggi si muovono, vanno dalla cucina alla camera, si spostano dall’interno all’esterno senza soluzione di continuità. Poi c’è un giorno di questi giorni, e credo che succeda ad ogni regista, dove cominci a fidarti delle tue capacità e cosa più importante cominci a fidarti del pubblico, in quel momento capisci che il tuo atto creativo può essere affidato anche allo spettatore, che anche lo spettatore ha il diritto di entrare in teatro e immaginare. Da quel giorno ho scelto di lavorare con gli attori per raccontare delle vite e lasciare quel luogo vuoto. Ho cominciato allora a cercare testi che potessero permettercelo. Old Fools potrebbe essere considerato un manifesto di questo modo di vedere il teatro, l’autore Tristan Bernays concentra il suo testo - come se fosse una danza – sulla vita di Tom e Viv facendo salti temporali, passando da un luogo all’altro senza scenografia e senza paura, fidandosi dell’immaginazione dello spettatore, che del resto viene a teatro anche per creare non solo per assistere.  
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